Dominio .it: nel 2022 rallenta il web “italiano”

Il 2022 per il web nostrano è un anno di stasi fisiologica. Un andamento simile si era già visto negli anni della crisi del 2008, quando incertezza ed emergenza economica avevano fatto segnare tassi bassissimi di presenza .it in Rete, per poi risalire a partire dal 2010-2011. Secondo i dati rilevati dal Registro .it, l’organo tecnico dell’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr e anagrafe dei domini a targa italiana, le nuove registrazioni sono in calo del 13% rispetto al 2021, e sono 475.768 i nuovi domini .it registrati (+0,50%), per un totale di 3.467.693 domini .it attualmente in Rete. Registro .it ipotizza quindi che i dati 2022 siano stati influenzati anche dagli ultimi avvenimenti internazionali, tra emergenza sanitaria ancora in corso, crisi geopolitiche e ricadute in tutto il mondo su consumi e imprese.

Meno persone fisiche e imprese, più liberi professionisti e “stranieri”

A conferma di un’annata di stasi è anche il calo generale nelle categorie monitorate mensilmente da Registro .it. Da gennaio a ottobre 2022 diminuiscono quasi tutti i settori: le registrazioni attribuite a persone fisiche scendono del 29% rispetto allo stesso periodo del 2021, quelle relative a imprese -14,7%, enti pubblici -13,9%, e no profit -14,5%. In positivo i liberi professionisti (+3,1%), categoria che risponde alle crisi affidandosi al digitale, come aveva fatto nel 2021 (+35%) in risposta alle chiusure del 2020. Inedite del 2022 sono le registrazioni appartenenti alla categoria ‘stranieri’, nuovi domini .it registrati da cittadini e organizzazioni di altri Paesi dell’Unione, oppure da aziende con almeno una sede nella UE. Nel periodo considerato segnano infatti +66,7%.

Meno di un quarto è donna

Sul totale degli italiani che hanno registrato un dominio .it meno di un quarto è donna: 24,8% contro il 75,1% di rappresentanza maschile, e quanto all’età, la maggior parte è compresa nella fascia dai 42 ai 49 anni per entrambi i sessi. Sempre nel periodo preso in esame dalla rilevazione, emerge poi che il Sud Italia e le Isole continuano a essere il ‘fanalino di coda’ dell’Italia digitale.

Al Nord 384,9 domini ogni 10.000 abitanti

Sono le regioni del Centro-Nord ad avere il tasso di penetrazione più alto all’interno del Paese, con in testa Trentino-Alto Adige, Lombardia e Valle d’Aosta. In coda, Basilicata, Sicilia e Calabria. Una situazione molto simile anche per le province, dove Milano ottiene il primato per tasso di penetrazione, con 559 domini ogni 10.000 abitanti, seguita da Bolzano (495), Firenze (462), Rimini (451) e Bologna (443). In coda alla rilevazione, le province del Sud e delle Isole, ben al di sotto della media nazionale (307) e che occupano tutte le ultime dieci posizioni, con Crotone (170), Caltanissetta (154) ed Enna (146) ultime in classifica. Nel complesso, è il Nord ad avere in media il tasso di penetrazione più alto del Paese, con 384,9 domini ogni 10.000 abitanti, seguito dal Centro (378,1) e dal Sud e le Isole (236,4).